Nel tempo che non si conta

Contiene di più un tempo pieno d'azione o quello in cui tutto sembra immobile?

In questo corpo di lavoro ho esplorato la soglia in cui il tempo sospeso diventa contenitore di quel momento sottile tra ciò che si vede e l’invisibile che accade davvero.

Nel corso del 2024, ho frequentato una una palestra della provincia lombarda ed ho conosciuto Alessia, Francesca, Linda, Marta, Mia e Tecla, compagne di squadra da quando erano bambine. L’indagine si è concentrata sul campo da gioco che, durante la pausa, da spazio di azione si trasforma in altro: un luogo di passaggio, fragile e luminoso.

Ispirandomi al cortometraggio Volleyball di Yvonne Rainer, dove il gesto minimo diventa racconto, ho atteso quei momenti in cui le atlete - senza accorgersene - sono entrate in una dimensione intima, fatta di cambiamenti sottili.

Qui l'infanzia sembra allontanarsi per far posto a qualcosa di nuovo, che ancora non ha nome. Senza fare rumore.