Sitting on the dock of the bay
C’è un piccolo molo che divide due spiagge, una striscia di cemento che crea uno spazio di sospensione in mezzo a quell’incassante brulicare di voci nei mesi estivi.
Ogni mattina su quel lembo di terra che si tuffa nel mare sostano solitudini, sguardi assorti verso l’orizzonte che, con la loro immobilità, si contrappongono alle vite animate tra gli ombrelloni che affollano le vicine spiagge.
Il molo e’ una fessura, una crepa che porta alla luce vite invisibili, storie che il mare raccoglie e deposita sui suoi fondali.
Su quella torrida lingua di cemento la solitudine trova ascolto e nel silenzio le voci segrete dell’anima si incontrano, si riconoscono, si comprendono.
E in quella quiete incontrare il conforto di una sottile connessione, alfabeto segreto delle cose.
[Il mio continuo viaggio esplorativo nel linguaggio visivo delle emozioni mi ha portata nel mese di agosto 2023 a documentare la vita solitaria e intima dei frequentatori di un piccolo molo. Un lembo di terra dentro al caotico mese, per offrire alla solitudine uno spazio per essere]




















